La Villa Romana di Patti fu scoperta nel 1973 durante i lavori di costruzione di un tratto dell’autostrada A20, quando fu distrutta una parte del lato nord della villa.
La villa originale fu costruita nel II-III sec. D.C. e fu demolita per far posto a una villa più grande e molto più elaborata costruita su di essa all’inizio del IV sec. ANNO DOMINI.
Il nucleo della villa successiva è costituito da un peristilio circondato da ambienti residenziali, tipici della villa tardo romana. Gli ambienti più rappresentativi sono, nell’ala ovest, l’Aula Absidata (“sala dell’abside”) particolarmente ampia che ricorda la basilica di Piazza Armerina, e nell’ala sud una sala tri absidale dove il peristilio si affacciava sul mare. L’Aula Absidata conteneva un pavimento a mosaico ora distrutto, ma i pavimenti a mosaico del peristilio e del tri-absidato sono in ottime condizioni. L’orientamento est-ovest dell’Aula Absidata, diverso dall’asse nord-sud del peristilio, solleva dubbi sulla sua funzione e datazione, suggerendo che potesse essere una chiesa edificata dopo che il proprietario si era convertito al cristianesimo.
Il mosaico del peristilio è costituito da una griglia di formelle quadrate inserite in una cornice di corone di alloro continue arricchite da motivi floreali e ornamentali. Il mosaico del tri-absidato comprende medaglioni ottagonali e circolari con animali sui lati curvilinei. La qualità di entrambi i mosaici policromi non è molto alta, il che indica che erano il prodotto di una bottega siciliana invece che di artigiani nordafricani.
Nella zona nord-est un sistema di bagni ha pareti realizzate con una tecnica diversa.
La residenza era stata abbandonata prima del terremoto che colpì la Sicilia nel 365 d.C.
Dopo il terremoto tra il VI e il VII secolo, i resti della villa furono in parte restaurati e vi rimase l’abitazione almeno fino al X sec. ANNO DOMINI.